Arieggiare il Prato: Come e quando fare l’arieggiatura

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L’arieggiatura del prato è una procedura che consente di tracciare dei solchi sulla parte esterna del terreno, al fine di scavare dei canali che lasciano passare e filtrare i raggi del sole, l’aria e l’acqua.

Le piantine possono così svilupparsi in maniera ottimale e crescere fisiologicamente.

Pochi sanno che areare il prato significa in realtà compiere due procedure differenti che consistono nella sfeltratura e la scarificazione. 

La sfeltratura permette di ottenere un’arieggiatura morbida e light perché si provvede all’ablazione del feltro superficiale mentre la scarificazione è un procedimento più drastico che crea dei tracciati netti sul terreno.

L’arieggiatore per prato è, allo scopo, uno strumento molto utilizzato per la sfeltratura del terreno e per creare delle zolle che lascino filtrare aria, acqua e luce.

Continua dunque a leggere questa guida per comprendere al meglio come far arieggiare in prato nella maniera migliore possibile!

Quando e perché arieggiare il prato?

Il prato, affinché sia in uno stato ottimale, deve essere arieggiato almeno due-tre volte nel corso dell’anno, affinché la luce e l’acqua possano penetrare negli apparati radicolari delle piante. 

Di solito queste operazioni vengono compiute durante la primavera in marzo-aprile e successivamente a fine settembre-inizio ottobre.

Risulta importante provvedere all’arieggiatura durante la stagione primaverile in quanto in questo periodo le temperature sono più alte e questo favorisce una resa finale migliore per le piantine.

Anche nel periodo autunnale è sempre meglio farlo a settembre piuttosto che in ottobre perché più la temperatura è mite-moderata più l’operazione di arieggiatura procederà al meglio.

Un’altra informazione fondamentale da fornire al riguardo consiste nel fatto che la prima arieggiatura in assoluto deve avvenire non oltre i 3 anni dalla prima semina.

Solo successivamente a questo periodo l’arieggiatura potrà essere compiuta due o tre volte l’anno, come specificato in precedenza.

Anche dopo aver appena falciato o tagliato il prato, è buona norma provvedere all’arieggiatura, conferendo tempo alla superficie erbosa di acquisire luce e nutrienti dall’esterno.

La fase di arieggiatura autunnale è altrettanto rilevante e serve a sgrossare la superficie erbosa da foglie accumulate e feltro: in questo modo ciò che prima era depositato viene rimosso e le piantine possono respirare meglio.

Quando il terreno si presenta ispido e argilloso il consiglio è quello di arieggiarlo anche tre volte all’anno mentre se il terreno è franoso, morbido e con caratteristiche sabbiose, allora l’arieggiatura può essere effettuata con meno frequenza, anche una volta ogni due anni.

Bisogna rispettare alcuni suggerimenti tecnici, oltre che temporali, nell’esecuzione di un’arieggiatura fatta a regola d’arte, il consiglio è infatti quello di non improvvisarla mai!

Come e in che modo arieggiare il prato?

Dopo aver rasato e sfalciato il prato per almeno un paio di passate, devi innanzitutto assicurarti che l’altezza delle piantine non lambisca i 4.5 centimetri massimi di altezza.

Mentre fai ciò constata sempre che il terreno su cui operi sia secco e duro e dunque non fare mai l’arieggiatura durante le stagioni o giornate rigide o subito dopo che hai irrigato/è piovuto.

L’arieggiatore per prato è lo strumento che ti servirà per arieggiare a dovere il prato e, prima di metterlo in funzione, devi controllare e impostare i parametri delle molle e delle lame accuratamente.

Questo controllo è necessario soprattutto in vista della scarificazione mentre per la sfeltratura non è indispensabile, dal momento che agisce solo in superficie.

Procedendo con l’arieggiatore per prato ponendosi in maniera perpendicolare rispetto allo sviluppo del terreno otterrai un’ottima resa di sfeltratura, eliminando per bene tutto il feltro in superficie.

Ricapitolando, hai compreso che l’arieggiatura è un’operazione fondamentale per la salute del tuo prato che va effettuata nella stagione primaverile e in quella autunnale, dopo un’opportuna rasatura e su terreno secco e mai bagnato o umido.

Dopo aver visto quando procedere con l’arieggiatura è importante capire come agire nel concreto, riservandoci di prediligere gli attrezzi manuali solo per prati molto piccoli, che non necessitano di cure prolungate.

Alcuni arieggiatori elettrici, o addirittura a scoppio, sono pienamente efficienti in quanto oltre a rimuovere il feltro, sono anche in grado di convogliarlo verso degli specifici sacchetti di raccolta, i quali sono poi debitamente svuotati.

Mentre arieggi il prato, oltre a muoverti ad angolo retto come ti ho suggerito prima, è anche necessario che tu proceda a passo costante e in maniera rapida, al fine di ottenere un’arieggiatura perfetta.

Ti ricordo, e forse è superfluo, che l’arieggiatore per prato, soprattutto il modello a scoppio, è uno strumento formidabile ma potenzialmente pericoloso. Dunque, dato che l’operazione può essere lunga, assicurati di spegnere il motore dello strumento quando sei in pausa, così da metterlo in sicurezza.

Come detto, se hai un prato piuttosto piccolo non è necessario dotarsi di arieggiatori elettrici o a scoppio in quanto può bastare un attrezzo manuale, il quale però richiede più energia e la necessità di essere passato più volte sul terreno.

Come si arieggia il prato a mano?

Non tutti dispongono di un prato grande o medio-grande per cui l’arieggiatura a mano è comunque possibile, usando pochi strumenti e un certo numero di passaggi. Utilizzando un arieggiatore manuale puoi provvedere alla rimozione specifica del muschio e del feltro e con un rastrello e soffiatore elettrico puoi invece eliminare e accantonare il fogliame da buttare via. Se lavori in esclusiva modalità manuale, e dunque non facilitata, il consiglio migliore è quello di puntare un angolo del prato e procedere in senso verticale in una direzione per poi passare al resto del terreno. Personalmente consiglio l’utilizzo di questi strumenti per prati che non superano i 200 metri quadrati di grandezza.

Se invece hai la necessità di arieggiare appezzamenti di terreno di medie-grosse dimensioni, allora ti consiglio di utilizzare dei macchinari più efficaci. Per i prati che superano una metratura di 500 metri quadri, fino ad un massimo di 1.400 mq, ti consiglio di utilizzare un arieggiatore a scoppio. Al di sotto di questa metratura, puoi optare anche per un arieggiatore elettrico, sebbene a seconda della potenza quest’ultimo possa andar bene anche per prati fino a 1.000 metri quadrati.

Questi arieggiatori sono veramente eccezionali, ti permettono di lavorare prati molto vasti senza versare nemmeno una goccia di sudore. In alcuni casi il loro costo potrebbe essere abbastanza elevato ma, secondo il mio punto di vista, è una spesa più che ripagata dalla fatica che ti faranno risparmiare e dalla velocità con cui ti permetteranno di procedere.

Cosa bisogna fare dopo aver arieggiato il prato?

L’arieggiatura del prato e in particolar modo la scarificazione del prato sono operazioni molto importanti per la salute del prato ma, nel mentre, i fili d’erba e le piantine subiscono uno stress meccanico non indifferente e dunque bisogna agire in una certa maniera dopo aver arieggiato.

Utilizzare prodotti stimolanti e trofici per il prato può ad esempio rivelarsi una scelta intelligente in fase di concimazione del prato. In particolare, l’utilizzo di concimi azotati può indurre le piantine a riprendersi in maniera migliore dallo shock subìto.

Anche se può apparire controintuitivo, dopo lo stress meccanico patito in conseguenza dell’arieggiatura, si può notare che i fili d’erba tenderanno a crescere in maniera molto più compatta e rigogliosa rispetto all’ultimo periodo.

Ciò avviene perché l’arieggiatura è vitale per lo stato di salute di un prato e permette alle radici di avere accesso alla luce, all’acqua e a tutti i nutrienti provenienti dall’ambiente esterno.

Bisogna anche aggiungere, come se non bastasse, che l’operazione di arieggiatura è un evento di fondamentale importanza in vista delle procedure di semina e trasemina, in quanto consente al seme di svilupparsi in maniera ottimale e proficua.

Differenza tra arieggiare il prato e scarificare il prato

Come si è specificato all’inizio dell’articolo, in molti casi l’arieggiatura del prato può coincidere con la semplice sfeltratura mentre in altre situazioni può essere praticata anche la scarificazione, che è una procedura sicuramente più drastica.

1. Sfeltratura del prato

La sfeltratura del prato è una procedura importante per ogni prato e deve essere garantita almeno una volta o due-tre volte all’anno. 

La sfeltratura non è altro che l’ablazione del feltro e dell’erba secca che tendono ad accumularsi sul prato nelle stagioni calde, includendo anche il muschio.

Le molle o le lame dell’arieggiatore staccano dalla superficie del terreno fogliame e altri residui per poi venire messi via e aspirati da un aspiratore elettrico o allontanati a mano.

La sfeltratura aumenta lo stato di salute del prato e di qualsiasi area verde e, rimuovendo il feltro superficiale, si dà modo alle radici di avere accesso all’acqua in maniera più ottimale e senza troppi traumi come avviene per la scarificazione.

2. Scarificazione del prato

La scarificazione è senza dubbio una procedura più drastica e invasiva rispetto alla sfeltratura perché nella fattispecie le lame dell’arieggiatore, opportunamente regolate, giungono a profondità maggiori nel terreno.

Lo scopo della scarificazione è quello di creare delle sorte di cicatrici, ovvero dei solchi profondi nello scheletro esterno del terreno, rompendo addirittura le zolle.

Lo scopo finale dell’operazione è dunque quello di facilitare in maniera massima l’arrivo della luce solare, dell’acqua e di tutti i nutrienti possibili verso gli apparati radicolari delle piantine, le quali hanno dunque motivo di crescere in maniera più rigogliosa, forte e sana.

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